Avete mai pensato che i Furry potessero rappresentare in
qualche modo il concetto di una società per azioni? Come svolge la sua funzione
questa società? È molto semplice: nel proprio capitale si “pubblicano” delle
azioni da vendere ai soggetti pubblici… insomma a chiunque abbia dei soldi è
permesso comprare un pezzo di quella società.
E voi giustamente penserete… ma che diavolo c’entra il furry
con il concetto di azienda?
Detto fatto! Avete mai pensato come, in questa sottocultura,
sia presente una specie di struttura gerarchica?
Partendo dal basso ci sono quelli che svolgono mansioni
quasi ridicole come gli scribacchini o gli stagisti, poi a salire troviamo
segretari ed assistenti, e sempre più in su abbiamo gli imprenditori e quelli
di una certa rilevanza, fino ad arrivare al Direttore Generale o Presidente! Osserviamo
queste categorie più da vicino:
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Il popolo furry alla base è abitato da molte
entità di cui spesso non si conosce nemmeno il nome, chi a causa della timidezza,
chi per lo scarso interesse a farsi conoscere nel fandom. Queste persone non
riescono proprio a farsi notare nonostante la loro buona volontà e impegno,
forse secondo la legge della giungla, dove tra due animali vince solo il più
forte – in questo caso, l’individuo più in vista. Potremmo definirli i facenti
parte del “cerchio dei perdenti e degli ignavi”, un girone dove chi non riesce
ad avere un forte carattere, o a chi non gliene importa proprio, può trovare
sempre un posto fino ad un ipotetico successo personale, con conseguente
scalata nella gerarchia.
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Poi abbiamo gli assistenti e le segretarie: individui
che vogliono e riescono ad organizzare qualcosa con le loro abilità senza
averne una certa responsabilità. Una sorta di zona sicura da giudizi e critiche
che sono sempre all’ordine del giorno per alimentare una eventuale situazione
di DRAMA! Sono lo scudo dei responsabili, pronti a contrastare ogni attacco
divulgando opinioni vincolanti e belle parole – non per forza ipocrite,
l’obiettivo non sempre influenza le proprie idee – nel popolo quasi fossero
cartelli pubblicitari vaganti.
· Salendo troviamo gli imprenditori, gli avvocati, i contabili e i commercialisti, chi ha effettivamente in mano la gestione dell’intero fandom italiano! Coloro che offrono la loro idea e che si muovono per realizzarla seguendo come un mantra ogni loro progetto. Hanno in mano la situazione e fanno di tutto per effettuarla secondo il loro personalissimo – e discutibile, a volte – volere. Appunto parlando di volere, spesso ci si immagina persone di un così alto livello lavorativo e stima dal punto di vista personale con un bell’abito di Armani, magari accompagnati con mocassini di Luis Vuitton, cintura di Gucci e profumo di Dior… in una parola? Egocentrismo! Ovviamente questo non vale per tutti, ma per la maggior parte ahimè sì. Tutto ciò che si attua, tutto ciò che si organizza, si concretizza, si realizza, è la manifestazione e autogratificazione del proprio ego. Più è grande l’evento e più è smisurato il proprio ego. Un concetto interessante a riguardo è la Joint Venture – termine economico per definire unione tra due o più imprese – in cui due o più “prime donne” hanno in mente di creare una “grande opera” (cit. Caparezza) con la fusione di diverse proposte. Una collaborazione al fine di portare le proprie manie di protagonismo addirittura al di fuori della propria persona! Che cosa fantastica che è il bisogno di attenzioni! Ti permette di fare le cose più impensabili!
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Ora parliamo dell’elemento più importante, chi è
all’apice della gerarchia? Chi è il Presidente? Chi è The Boss? È impensabile
che un singolo individuo abbia in mano tutto questo potere, ed infatti non è in
mano solo ad una persona, né a due né a tre, ma a tutti, o meglio a chiunque
abbia una propria idea – personale, condivisa o riciclata – di cosa sia il
furry. I dipendenti e gli imprenditori devono seguire il capo e il suo volere
per soddisfare i clienti fedeli all’impresa, e quale capo migliore se non i
clienti stessi? Ebbene sì! Il Direttore Generale e il cliente sono quindi la
stessa persona: la concezione del furry che cerca la sua autoapprovazione! Nonostante
il popolo furry sia l’ente passivo che subisce gli eventi organizzati è allo
stesso tempo attivo nelle decisioni di ciò che la collettività vuole!
Parlando di economia mi viene voglia di essere avido e
spendaccione! Per questo mi sorge una domanda: se l’offerta riesce a soddisfare
la domanda, quale potrà essere una buona moneta di scambio?
Anche dopo tutte queste allegorie con il sistema aziendale
non si può parlare di pura merce di scambio, né del vile denaro; si può tuttavia
parlare di un sistema sociale basato sulla notorietà, l’autodeterminazione di
sé e, soprattutto, la ricerca di attenzioni.
Principalmente quest’ultima è seguita costantemente da un
forte “flusso monetario” furry!
A quanto pare chi riesce a soddisfare il bisogno di
attenzioni che ogni singolo furry possiede potrebbe essere paragonato al
miliardario di una società umana, il riccone dei ricconi, colui che può
permettersi tutto quello che vuole, anche ciò che non potrebbe avere, ma la
ottiene comunque. Sembra che chi sia capace di provocare, farsi desiderare e
dare al “cliente” ciò che vuole senza aver impostato prima la domanda possa
essere considerato un ottimo investitore, o addirittura un buon commerciante:
senza una domanda impostata, i pro sono capaci di modellare la domanda a
proprio piacimento, addirittura convincendo il cliente che quello che lui vuole
davvero è proprio ciò che gli sta dando.
È potente chi riesce a conquistare le persone, mentre di chi
si ha già l’attenzione è solo un guadagno gratuito.
È strano come il sesso prima di tutti sia il bigliettone da
500€. In un ambiente così aperto mentalmente è allo stesso tempo più abbindolante
nel farsi aprire il culo, il che non è un vero problema, ma è grave quando per
un abbraccio o un sorriso o un bisogno di aiuto bisogna pagare a 90, è come
pagare migliaia di euro un carica batterie, un pompino per un po’ di
carburante. O al contrario ottenere quel che si vuole con uno sguardo, una
parola giusta solo per un proprio piacere in un momento difficile per un altro.
Detto questo, nulla
mi fa pensare diversamente: il furry spesso è un mercato, dove chi urla vende e
compra chi è muto.